Shalla o Scialla? Entrambi. Ma cosa significa questo termine? E quale dei due è più utilizzato nel gergo giovanile?
Da dove derivano queste parole? Leggi qui per scoprire le risposte alle tue domande!
Shalla o Scialla: che cosa significano questi termini?
Il termine – scialla– è diventato di uso nazionale nel 2011 con l’uscita del film omonimo, Scialla, di Francesco Bruni, in cui si raccontavano le vicende di uno studente romano, che esprimeva con questo termine la sua filosofia di vita, “tranquillo, non te la prendere, stai sereno”.
Per rendere l’interiezione ancora più diffusa ed orecchiabile il film ha proposto la canzone -Scialla– in cui tutto è “scialla” dal telefono che squilla (e non deve procurare ansia) al fatto che non ha suonato la sveglia e si entra in classe alla 2° ora. Ma è scialla anche stare con gli amici o uscire con la propria ragazza, in questo caso scialla diventa pace, serenità, piacere.
Sembra, però, che l’espressione, anche nella forma shalla, si precedente e comune presso i giovani romani che già dall’inizio del 2000 usano l’espressione scialla, anzi uniscono espressioni inglesi con altre in romanesco, per cui invece di take it easy dicono take it scialla.
Anche nel Nord Italia molti preadolescenti rispondono a qualsiasi richiesta dei genitori con- scialla – come intercalare, rendendo gli adulti dapprima perplessi, poi via via sempre più rassegnati ad un linguaggio che sembra essersi diffuso a macchia d’olio.
Altre fonti mi hanno raccontato che il termine “Sciallo” è usato nel gergo giovanile come polleggio, polleggiato, polleggiatela… che significa di stare calmo tranquillo e di prenderla con calma.
Origine di Shalla o Scialla
Ma questa parola – Shalla o Scialla – da dove deriva?
Sembra partita dalla periferia romana che forse ha italianizzato l ‘espressione araba – Inshallah– Se Allah vorrà, A Dio piacendo. E’ una delle espressioni arabe più conosciute al mondo, per l’intreccio delle popolazioni che si spostano nei continenti, ma anche grazie ad Oriana Fallaci che nel 1990 ha pubblicato un libro – Inshallah- appunto, ambientato nella guerra civile in Libano.
Per completare la visione di questo termine così diffuso, si può osservare come Spagna e Portogallo, che in epoche passate sono venute a contatto con la cultura araba, hanno trasformato nell’uso l’espressione originale.
Sia in Portogallo che in Spagna – Inshallah – è diventato molto comune nelle espressioni rispettivamente – Oxalà – portoghese e – Ojalà – spagnolo, e si può tradurre – Se Dio vorrà – per esprime un desiderio che non si è ancora realizzato, ma che si spera che accada in futuro, se Dio lo vorrà.
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